Entrato in scena nel 2024, con decreto legislativo nr. 13 del 12 febbraio dello stesso anno, il concordato
preventivo biennale è un istituto di compliance con l’obiettivo di favore l’adempimento spontaneo da parte
dei contribuenti degli obblighi dichiarativi.
A grandi linee, prevede un accordo (da cui, “concordato”) tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate sul
reddito da dichiarare per gli esercizi 2024 e 2025 (da cui, “biennale”).
Data la scadenza imminente di adesione o meno al concordato (31 ottobre 2024, in quanto la volontà di
adesione è da esprimere con l’invio del modello Redditi 2024), la domanda più frequente che viene posta è:
mi conviene aderire o no? La risposta è tanto semplice quanto “superficiale”: dipende.
Ogni situazione è un caso a sé stante e pertanto non è possibile dare una risposta univoca a questa
domanda. La prima considerazione, nonché la più semplice, è l’opportunità data dal momento in cui si
esprime la volontà di adesione, ossia il 31 ottobre 2024: l’anno sta già volgendo al termine quindi, a meno
di business ad alta stagionalità o che hanno nell’ultimo trimestre dell’anno significative fluttuazioni, ogni
imprenditore o professionista dovrebbe avere già una buona visibilità sull’andamento dell’anno. Questo
comporta la possibilità di individuare già se la proposta dell’Agenzia è conveniente o meno, sempre
tenendo conto degli elementi che non concorrono al reddito concordato (ricordiamo, a titolo
esemplificativo ma non esaustivo, minusvalenze e plusvalenze, redditi o quote di redditi relativi a
partecipazioni, sopravvenienze attive e passive, perdite su crediti) e quindi verranno sottoposti a tassazione
ordinaria.
Per ulteriori informazioni o una consulenza in merito, siamo a disposizione.
